Tramonto inglese Jeremy Corbyn, il folklor labour Per la felicità di Maurizio Landini, che si è già lasciato andare a toni entusiastici, il 66enne Jeremy Corbyn, ha stravinto le primarie del partito laburista inglese, prendendosi i resti di quello che fu il partito di Tony Blayr. Su circa 500 mila iscritti e simpatizzanti registrati alle primarie, il 59% di questi ha con il suo voto condannato il labour all’irrilevanza politica per almeno un’altra legislatura. Non è bastato il disastroso risultato ottenuto da Ed Miliband, “Ed il rosso”, nelle politiche dello scorso 7 maggio per capire di aver preso la direzione sbagliata. Al contrario, gli iscritti laburisti hanno pensato di dover andare ancora più a sinistra sul modello di Podemos, e non possiamo dire di Syriza, visto quanto è successo con Tsipras. Magari la Spagna sarà diversa dalla Grecia e ne dubitiamo. Di sicuro è ancora più diversa l’Inghilterra dalla Spagna. Persino Gordon Brown, che pure è stato il principale responsabile della china disastrosa intrapresa dal Labour, si è prodigato per evitare quanto successo. È come quando dai il via alla valanga. È inutile pensare di mettertici sotto per riuscire a fermarla. La prima azione annunciata da Corbyn come leader del partito è stata quella di andare alla dimostrazione di sostegno ai rifugiati. Dopo essere passato al bar per una pinta di birra ovviamente. Per carità Corbyn è una pasta d’uomo, tutto ambiente, pace, welfare, parità e immigrazione. Ha persino rivendicato il legame "organico" con il sindacato, le vecchie disprezzate Trade, denunciando come un "attacco alla democrazia" la riforma messa in cantiere dal governo Cameron per limitare il diritto di sciopero. Sembra uscito dal cilindro del coniglio di Lewis Carrol, per mettersi a rincorrere il sogno meraviglioso di un’Inghilterra preindustriale. Vedrete che fuori dai trecentomila iscritti al Labour che lo hanno scelto solo qualche eccentrico miliardario si entusiasmerà per lui. Si certo Corbyn intende puntare tutto contro l'austerità del governo, ma questo potrebbe non bastare, visto che il tema è già inflazionato fra Ukip e destre estreme, che in più contano su quello che Corbyn esclude, ovvero dire di no agli immigrati, l’isolazionismo britannico, una grande arma. Dopo il naufragio coloniale gli inglesi ne sono affascinati, ambiscono a chiudersi nei loro possedimenti ed augurarsi che gli altri vadano pure in malora e votano un tipo come Farage, l’opposto di Corbyn. Il quale ci ha un numero due come Tom Watson, famoso principalmente per la campagna anti Murdoch e per la denuncia di un giro sospetto di pedofilia dalle parti di Westminster. Di certo gli argomenti folcloristici non faranno difetto al Labour. Per avere invece un ruolo politico in Gran Bretagna servirebbe altro. Roma, 14 settembre 2015 |